"Mi viene da stropicciare gli occhi vedendo la chiesa piena, e dato il contorno mi viene da dirvi: siete venuti a caccia di un pettirosso con il cannone!", cosi don Adriano, cominciava la sua predica, sentita ed emozionata. Durante la celebrazione che ha visto la partecipazione commossa e grata di tanti di noi, operai della prima e dell'ultima ora e non solo.

Un clima sereno, casalingo e affezionato ha accomapagnato la celebrazione. L'altare, parato a festa per la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, rifulgeva di quella luce che non solo emettono le lampadine, ma emette la vita comunitaria, la persona che si celebra e lo Spirito inviato dal Padre. Tanti erano anche i rimandi al "passato" della comunità parrocchiale. Il calice usato durante la celebrazione era quello della prima messa di mons. Giovanni Battista Cavassa; La casula presidenziale presentava un riporto di tessuto di una delle vecchie pianete della sacrestia parrocchiale e che già don Adriano utilizzava nelle feste maggiori nei suoi ventotto anni qui in parrocchia; il palliotto d'altare era formato da un vecchio scudo posteriore per piviale,  ormai in disuso. del 1848 e ripristinato e restaurato, raffigurante i sacri cuori di Gesù e Maria.